La vendita de “Il Colle Degli Arcieri”: intervista al Sig. Paduano


La vendita de “Il Colle Degli Arcieri”: intervista al Sig. Paduano

Clienti , Venditori Dic 03, 2019 No Comments
Vi proponiamo la prima parte dell’intervista al Sig. Paduano, ex proprietario del casale “Il Colle Degli Arcieri”, venduto da Great Estate lo scorso agosto ad una coppia americana: l’amore e la passione per il casale e la conoscenza del gruppo Great Estate

Buongiorno Sig. Francesco.
Innanzitutto, vorremmo fare la sua conoscenza: vuole raccontarci qualcosa di sé, e della sua vita e formazione professionale?

Ho 52 anni e sono un imprenditore. Nel corso degli anni mi sono occupato di varie attività, dalla consulenza fino ad un’attività di artigianato: la produzione di biciclette in titanio di livello molto alto, grazie alla quale ho creato un brand con il mio nome che ha riscosso successo in tutto il mondo.

Abbiamo partecipato a varie fiere, dal Giappone agli USA, riuscendo a vendere in tutto il mondo diverse migliaia di telai in titanio numerati, cioè fatti come vestiti su misura. Ho creato prodotti innovativi su dei brevetti unici, che il mercato ci ha riconosciuto e che poi sono stati copiati da altisonanti nomi del settore.

L’azienda era di tipo artigianale, e così ha sofferto tutte le difficoltà di questo settore: nel tempo non è stata in grado di crescere come avremmo voluto, a causa della concorrenza internazionale.

Per questo abbiamo “virato” verso investimenti nei settori dell’immobiliare e del turismo: ed è proprio in questa fase che è stato concepito il progetto di ristrutturazione della proprietà “Il Casale Degli Arcieri”, grazie al quale da una serie di ruderi risalenti al 1600 siamo riusciti a realizzare una splendida struttura.

La stessa è stata inserita prima in un circuito turistico di relais di campagna di alto livello, per poi confluire nel mercato di renting self catering (affitto di ville). Per quasi 10 anni è stata un’attività interessante, molto remunerativa e stimolante, che mi ha permesso di venire in contatto con persone provenienti da tutto il mondo, dalle svariate esperienze di vita, e soprattutto con famiglie di alto livello che decidevano di trascorrere le loro vacanze in Umbria. Un’attività che poi si è conclusa con la vendita de “Il Colle Degli Arcieri”.

Ad oggi, mi occupo in via continuativa di investimenti nel settore immobiliare, e lavoro a Milano come consulente di un’azienda finanziaria di private equity. La mia formazione è di tipo economico finanziaria, avendo conseguito una laurea in Economia e un Master in Finanza Quantitativa presso l’Università Bocconi di Milano.

Quando ha acquistato il casale conosciuto come “Il Colle Degli Arcieri”?

Nel 2003. I lavori di ristrutturazione sono durati dal 2004 al 2007. Subito dopo è partita l’attività turistico ricettiva, attribuendo alla struttura il nome de “La Collina di Casigliano”. Infatti, il nome originario della proprietà era quello storico di “Podere la Collina”, costruito nel 1681 a tutela della parte meridionale dei possedimenti della famiglia Corsini, che dipendevano dal Castello di Casigliano.

Com’è nato il progetto di ristrutturazione della proprietà? Ha dei particolari aneddoti relativi a quel periodo che vorrebbe raccontarci?

Di aneddoti relativi alla ristrutturazione del casale ce ne sarebbero a migliaia!
Il casale si trovava in una situazione davvero precaria: la torre era sì visibile, ma era stata completamente sventrata per realizzare un deposito di tabacco, viste le diffuse coltivazioni presenti nella zona. Il casale era collassato su un lato per effetto di una frana, e, a quei tempi, la strada gli passava nel mezzo.

Un giorno, scendendo con una delle mie mountain bike dalla parte posteriore del casale, sulla collina, rimasi impressionato dalla torre e dalla bellezza dell’ambiente circostantefu un momento che non scorderò mai, che mi emozionò e che mi spinse a ricercare i proprietari, che non conoscevo. Il casale non era in vendita ma, dopo una serie di ricerche, arrivai a Firenze, trovai la principessa Lucrezia Corsini e la convinsi a cedere la proprietà.

Quest’ultima era priva di acqua corrente e di pozzi: così, siamo stati costretti a realizzare quasi 900 m. l. di acquedotto per portare l’acqua necessaria ad alimentare il cantiere. Inoltre, a seguito della mancata concessione dell’energia elettrica da parte dell’Enel, per tutta la durata dei lavori abbiamo dovuto utilizzare dei gruppi elettrogeni.

Insomma, per la ristrutturazione del casale ho realizzato un’impresa edile e tutta la parte di costruzione è stata gestita in economia. 

E’ stata un’esperienza molto bella, perché io ho creato l’organizzazione del cantiere in prima persona e, insieme all’architetto, abbiamo gestito la parte architettonica: siamo stati costretti ad un recupero dettagliato della parte delle fondamenta, così da poter dare alla struttura, una volta completata, assoluta sicurezza e stabilità. Ricordo anche di aver pulito pietra per pietra, mattone per mattone: un lavoro duro ma dovuto, perché la struttura lo meritava.

Inoltre, ci siamo attivati anche per raccogliere tutti i documenti storici relativi alla proprietà e… non solo: siamo andati al Castello di Casigliano per rinvenire tutte le foto disponibili ed utili per ricavare gli elementi architettonici rovinati e franati, rinvenendo anche tutte le statistiche sui raccolti della proprietà.

Alla fine di tutto questo importante lavoro, quello raggiunto è stato un risultato molto prezioso, sia in termini di filologia, in quanto assolutamente rispettoso dell’originale che, ovviamente, di gusto estetico (scopri qui la proprietà).

Quali sono state le motivazioni che, negli ultimi anni, hanno spinto lei e sua moglie alla decisione di vendere il casale?

Una volta ristrutturata la proprietà, la nostra idea iniziale era quella di andarci a vivere. Poi, per una serie di motivi familiari, tale soluzione è venuta meno ed è quindi nata l’attività ricettiva. Quest’ultima tuttavia, anche se remunerativa, col tempo si è rivelata molto impegnativa da gestire, non conciliandosi pienamente con la mia professione e con quella di mia moglie, che vertevano su altri ambiti.

Siamo a conoscenza che nel biennio 2017-2018 avete tentato di vendere la proprietà affidandovi ad una struttura organizzata, ma senza grandi risultati. Quali ritiene siano le motivazioni di ciò?

Si, la proprietà è stata messa in vendita dopo il 2015 ma, a parer mio, il prezzo di richiesta non era congruo: non perché non fosse “giusto” rispetto al valore della proprietà, ma perché la discesa dei prezzi dal 2009/2010 in avanti è stata così rapida che, probabilmente, ha reso fuori quel prezzo di richiesta fuori mercato. Secondo me, la discesa dei prezzi si è rivelata più veloce di quello che è stato il nostro adeguamento del prezzo di vendita.

Come avete conosciuto il nostro gruppo?

Siamo arrivati per caso al gruppo Great Estate: ora non ricordo esattamente, ma credo che mia moglie abbia ricevuto un’e-mail o comunque trovato il nome della vostra azienda in un banner pubblicitario. Quindi è stato un qualcosa di casuale, ovviamente per noi, ma frutto degli investimenti nel marketing e nella pubblicità svolti dal vostro gruppo.

Per quale motivo nel settembre del 2018 avete deciso di affidare a Great Estate un incarico in esclusiva?

E’ stata la conseguenza dell’approccio con cui generalmente io faccio le cose: mi piace studiare fino a fondo gli interlocutori, conoscere i partner. Poi quando capisco o percepisco una professionalità, e intuisco che l’approccio è corretto, mi piace dare fiducia: in questo caso ho voluto dare fiducia a Stefano Petri. Proprio per il rispetto dell’investimento che lui e tutto il  gruppo avevano dedicato prima alla valutazione della proprietà, e poi all’organizzazione del relativo marketing, mi è sembrato corretto affidargli l’esclusiva



Scopri la seconda parte dell’intervista a Francesco Paduano… presto on line sul Magazine di Great Estate!
Intanto leggi anche:
Condividi su:

Chiara Peppicelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.