C’è chi li annovera tra i “furbetti” e chi pensa che sia solo questione di sopravvivenza fatto sta che, a causa della cancellazione dell’IMU sulla prima casa, cresce il numero di coniugi che dichiara di vivere in case separate.
”E’ una patologia di sistema”, ha sostenuto il direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso dell’audizione alla commissione bicamerale sull’anagrafe tributaria, sollecitato dal senatore del Fi, Salvatore Sciascia, che nel passato è stato prima ufficiale della Guardia di Finanza.
Colpa dei Comuni, sostiene Befera, per i quali due coniugi anche se non separati legalmente, possono avere una residenza differente. Negli anni passati la Lef, l’associazione per l’equità e la legalità fiscale che si batte contro l’evasione, ha calcolato che le ”finte separazioni” possono consentire di risparmiare fino a 5.000 euro, fingendo di pagare il mantenimento. Adesso però, grazie all’arrivo del nuovo redditometro, potrebbero esserci dei problema.
I coniugi che abitano in due diverse ”prime case” infatti, saranno considerati separatamente e quindi l’ammontare del reddito, diviso in due, potrebbe non essere sufficiente a spiegare il tenore di vita, facendo scattare l’accertamento. Negli ultimi 15 anni il Fisco ha accumulato crediti non riscossi per 545 miliardi, dei quali solo il 5-6 per cento può essere riscosso. Il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato poi che molti di questi crediti fanno capo a contribuenti falliti, a persone decedute, a nullatenenti ma anche alle cosiddette ‘cartiere’, società che vengono aperte per emettere false fatture e poi fatte rapidamente sparire.
A cura di LS