Gli avvenimenti di queste ultime settimane hanno cambiato il nostro modo di vivere. È anche vero che ci stanno offrendo uno spunto per riflettere su molti aspetti della nostra vita.
Qualche giorno fa, la famosa rivista italiana Ville&Casali ci ha chiesto di rispondere ad alcune domande in merito alla situazione immobiliare nel momento del Corona virus.
Vi riproponiamo una parte dell’intervista rivolta al nostro CEO, Stefano Petri.
Perché è meglio rifugiarsi in campagna, quali sono i buoni motivi per farlo?
Se prima di questo “tsunami” sempre più persone ambivano di vivere nelle nostre bellissime campagne, dopo quello che è successo questo trend è sicuramente destinato ad aumentare. Fino a qualche giorno fa, eravamo spaventati da questa situazione, sia per quanto riguarda l’aspetto sanitario e anche quanto alla possibilità che il valore delle prestigiose proprietà che gestiamo continui a scendere. Se dal punto di vista sanitario le nostre preoccupazioni rimangono purtroppo le stesse, ci piace pensare e sognare.
Questo grazie ai messaggi ricevuti dai nostri clienti, sia Italiani che internazionali, che ci hanno confermato come questa situazione li abbia ancora di più convinti a voler investire per vivere in campagna e che, appena tutto sarà passato, realizzeranno con rinnovata forza questo loro desiderio.
Siamo rimasti favorevolmente colpiti da questo che, ad oggi, rappresenta una finestra positiva nel prossimo futuro, con la speranza che sia il “più prossimo” possibile! Ciò significherebbe che questa grande emergenza è finita, portando con se un piccolo “rovescio della medaglia”: l’aver capito, ancora una volta, la grande fortuna che abbiamo nel gestire la tipologia di proprietà che compravendiamo.
È facile trovare oggi qualcuno che possa dare una mano per gestire la casa in campagna (una volta c’era la mezzadria)?
Le nostre campagne vengono spesso scelte proprio per il tipo di rapporti che si creano con i vicini e con i compaesani. Spesso tra queste persone, i nuovi fortunati clienti acquirenti riescono a trovare chi gestisce e accudisce queste bellissime proprietà. Anche in questo caso, abbiamo visto negli ultimi 5-10 anni un grande riavvicinamento di giovani ragazzi che, invece di andare a lavorare in un’azienda o in una fabbrica, hanno aperto delle piccole attività mirate proprio a supportare i nuovi proprietari, con servizi che vanno dalle pulizie al giardinaggio, da piccoli lavori di manutenzione all’accensione del camino o del riscaldamento e tanto altro.
Infine, un commento su un proverbio che suona più o meno così: i soldi si perdono con terra, donne e cavalli.
Sono assolutamente convinto che oggi più che mai, anche per quello che è successo nelle ultime settimane, investire sulla “terra” e vivere in un ambiente oggettivamente più sano rispetto a quello delle grandi metropoli, sia non solo un ottimo investimento economico, visto gli interessantissimi valori a cui si possono acquistare oggi queste proprietà ma, soprattutto, sia un grandissimo investimento in termini di qualità della vita: oggi più che mai, ci rendiamo conto di quanto quest’ultima sia il reale valore e il vero segreto per vivere una vita serena.
Dalle risposte fornite dal nostro CEO all’intervista che presto potrete leggere sul mensile Ville&Casali, risulta evidente come la sua speranza, unita alla sua tenacia nel voler continuare ad essere e pensare positivo, sia anche la nostra positività. L’unione di tutto questo si trasforma nella grande volontà di superare qualsiasi problematica, anche se è palese che per le prossime settimane dovremo accettare il fatto di adeguare i nostri comportamenti ad una nuova situazione, mai vissuta sino a pochi giorni fa.
Preghiamo ogni giorno affinché questa situazione finisca presto: siamo addolorati nel vedere la nostra bella Italia in questa difficile situazione e preoccupati anche per il resto del Mondo. Vogliamo sperare, come tutti del resto, che questo difficile momento diverrà presto solo un bruttissimo ricordo.
Abbiamo sempre messo il 100% del nostro impegno nel nostro bellissimo lavoro. Adesso stiamo dando il 120% proprio per contrastare un momento di oggettiva complessità che, siamo certi, supereremo insieme!
Siamo assolutamente certi che tutta questa situazione, seppur con i necessari tempi, passerà, e siamo ancora più convinti che, una volta che ciò sarà avvenuto, tutti noi saremo ancora più forti e consapevoli di quanto stupenda sia quella che noi spesso definiamo la “normalità”.
Per rispondere a qualsiasi vostra domanda ed esigenza e per non fermare la nostra attività, noi del gruppo GREAT ESTATE lavoriamo già da diversi giorni in smart-working.
Presto questa emergenza si concluderà e ognuno di noi, il nostro gruppo e soprattutto la nostra bellissima Italia saremo ancora più forti e uniti, perché, come dice il quotidiano Investire Oggi:
La crisi non fa venire meno l’esigenza di avere un tetto sulla testa e per quanto possa ridurre la vivacità del mercato immobiliare, vi sarà sempre una domanda minima disponibile che nei fatti funge da “floor” per i prezzi, cosa che non può dirsi scontata per i titoli finanziari, caratterizzati da maggiore volatilità e improvviso crollo di liquidità negli scambi. L’immobile tornerà ad essere percepito nei prossimi mesi, e forse anni, l’investimento a lungo termine sicuro per eccellenza.
Vogliamo concludere questo articolo coscienti che stiamo vivendo un periodo allo stesso tempo complesso, drammatico e totalmente nuovo. E’ anche vero che, in tutti i momenti difficili la nostra bellissima Italia, e con lei ogni singolo italiano, hanno dimostrato una capacità estrema nel risolvere situazioni. come l’attuale, e nel rinascere ancora più forti di prima.
È per questo che concludiamo la nostra analisi postando questi tre bellissimi video che ci ricordano, e ricordano a tutto il Mondo, chi è e cosa è la nostra amatissima Italia:
Un bellissimo video promozione della nostra amatissima Toscana:
Forza Italia!
Ce la faremo e torneremo più forti di prima!
5 commenti su “Great Estate: gli investimenti immobiliari al tempo del Coronavirus e lo smart-working”
Nella vita professionale ( Investimenti finanziari), ho avuto modo di “ascoltare” professionalmente e confidenzialmente, centinaia di giudizi e discernimenti sia da persone edotte che da ignoranti e ho considerato i primi alla stregua dei secondi solo in particolari momenti di mercato finanziario, quello del ribasso e della crisi. Questo perchè la natura umana non discerne in base al grado di cultura o di intelligenza, ma dalla paura e dall’istinto che permane in essa. Questo fa sì che in un momento di crisi generale, lo stesso che stiamo vivendo, le nostre analisi sulle situazioni future, sono inquinate e contagiate ( mai come in questo periodo tale termine appare più appropriato), dall’insinuarsi del pensiero pessimistico suffragato dal conforto che si ha dalla presunzione che questo sentimento sia condiviso anche dal resto dei propri simili.
Questo atteggiamento scompare come d’incanto quando un evento, inaspettato dal pessimista , arriva a risolvere la situazione di crisi determinando un evoluzione inaspettata e positiva sull’andamento economico, politico, finanziario e immobiliare. Questo, ne sono sicuro, accadrà anche in questa circostanza, perchè se è vero che l’uomo istintivamente si veste di pessimismo, allo stesso modo, (l’italiano per primo) è capace di attingere a risorse inimmaginabili che gli permetteranno di uscire da questo periodo più forte di prima, trascinando con questo entusiasmo, anche i mercati economici.
Il bene immobiliare italiano ha un valore cha và al di là dell’intrìnseco valore del mattone ( questo è ormai un dato certo) , ma ha al suo interno un cocktail di valori importanti, dati dalla sua storia, dal valore del patrimonio artistico, e anche e sopratutto, dall’immagine che stiamo dando e che daremo al resto del mondo oggi, con la nostra reazione, passione, il nostro coraggio, la nostra determinazione, la nostra capacità di trovare soluzioni ad ogni tipo di problema, al nostro amore per le cose belle e alla cura per esse, valori che sono solo apparentemente distanti dal concetto e valore di “casa” , ma che in realtà si “acquistano” diventando proprietari, si diviene possessori e “detentori” di tali valori, ci si sente appartenenti a quel territorio, si vive a contatto con esso e se questo ha una Grande storia, se questo viene pubblicizzato ( come in questi giorni in tutto il mondo) come paese magnifico fatto da persone magnifiche, ci si sente “parte di esso.
L’ ho sentito io da proprietario, lo sentirà, anzi lo “deve” sentire”, anche chi acquisterà la mia proprietà un domani.
E questo valore, alimentato dalle immagini che girano ovunque, sarà un valore aggiunto, che permanerà nelle proprietà e contrasterà in parte, quella fisiologica discesa del valore per effetto di questa crisi.
Grazie dell’accurato e strutturato commento che condividiamo
Questa terribile situazione ha certamente fatto riflettere tutti.
Io ho capito che non c’è tempo per aspettare è ora di realizzare i sogni senza farsi frenare dalle paure.
Sara
Avete scritto delle belle parole, ma la realtà immobiliare che si prospetta nel futuro a medio termine non sarà migliore di quanto si stava profilando prima del Covid-19.
Temo molto che se c’erano dei fievoli presupposti di leggera ripresa del mercato, appunto prima del corona virus, siano stati compromessi dall’indebolimento e dal ripensamento morale generalizzato che causerà questa esperienza. Ho l’età e i trascorsi professionali per ricordare bene com’era la situazione di questo mercato negli anni ‘60, gli anni del boom poi. Ebbene i rustici e i poderi, sopratutto nel Centro Italia, ovvero Toscana e Umbria, non interessavano nessuno, posso affermare che in talune zone di prestigio non c’era neppure mercato non solo per il fatto che l’offerta non esisteva ma perché l’atteggiamento verso questo tipo di immobili era considerato superfluo, al contrario delle zone marine e alpine. È questo lassismo e caduta di interesse che sarà fatale per questa fetta di mercato, oltretutto prevedibilmente diffusa anche a livello internazionale. In altre parole non riesco a pensare ottimisticamente di come se ne verrà fuori da questa tragico trauma da Covid-19. Ci possiamo solo fare degli auguri!
Gentile Giorgio
grazie mille del suo commento che abbiamo letto con molto interesse. Personalmente nn ero nato negli anni ’60 ma so che gli obiettivo dei più erano quelli di trasferirsi dalle campagne povere per andare nelle città che offrivano lavori meglio retribuiti e dove si concentrava il 98% delle attività culturali. Insomma si respirava la concreta possibilità di avere una vita migliore. Credo che nel corso di questi 50 anni il Mondo sia cambiato sia in termini di percezione di cosa sia la ricchezza o la povertà sia in termini di possibilità di usufruire di beni e servizi. Quello che intendevo dire nell’articolo del nostro magazine e anche nell’articolo che ho rilasciato a Ville & Casali è che da un po di anni a questa parte stà crescendo la consapevolezza che una delle ricchezze maggiori sia una vita serena vissuta in un ambiente sano e credo, anzi sono certo, che queste ricchezze si possano trovare con più facilità nelle zone di campagna dove i valori di una volta ancora cercano di resistere. Questa è il mia umile punto di vista che alcune volte non è condiviso e altre si e forse la situazione che stiamo vivendo contribuirà a farci riflettere tutti in maniera più strutturata di cosa sia oggi la ricchezza. Un cordialissimo saluto. Stefano Petri